A margine della manifestazione di Roma, riportiamo il testo dell'intervento di
Piero Calamandrei sulla scuola pubblica (11 febbraio 1950).
Si potrebbe farla facile, e subito esclamare: "profetico!". Ma a ben vedere si può prescindere dalla sua ipotesi suggestiva, senza perdere un solo centesimo della sua sostanza.
In fin dei conti, non è importante che ci sia una strategia disegnata e perseguita (che in effetti la si potrebbe contrastare. O no?). I fatto è che se si inizia a trascurare la scuola pubblica, a lasciare che si rovini, che si impoverisca; e se si è negligenti e soprattutto poco esigenti con quella privata, quanto larghi di finanziamenti (pubblici!), l'esito è comunque lo stesso. Questo esito è più importante della presunta malafede di un anziano "capogoverno", forse semplicemente sprovvisto dei sali della democrazia.
Il 17 marzo si avvicina. L'Italia si desta? O seguitiamo nel torbido e nel torpore?